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Galleria fotografica - Associazione Radici di Pietra *
  ITALIA - Perugia
1. Perugia. Arco etrusco o “di Augusto”. Scorcio dal terrazzo di Palazzo Gallenga Stuart, sede dell’Università per Stranieri.
La presenza dell’alta istituzione enfatizza il carattere universale del valore storico e artistico del monumento. Radici di pietra, oggi, si batte anche per assicurare a questo contesto culturale unico al mondo la cornice più adeguata. Un buon restauro dell’arco, l’alleggerimento o la sottrazione del traffico e una nuova piazza dal respiro colto e internazionale potrebbero garantire, al monumento e alla città, la presenza di ben più alto profilo nei circuiti internazionali che merita e che adesso risulta appannata.
2. Perugia. Arco etrusco o “di Augusto”. Scorcio dall’elicottero sullo straordinario contesto di piazza Grimana.
Da sempre Radici di pietra si batte per la valorizzazione e il restauro scientifico dell’Arco etrusco. Dopo molti anni di appelli accorati (e inascoltati), alcuni frammenti caduti dal fornice dell’arco e la disponibilità illuminata di un’Imprenditoria privata responsabile sono riusciti a propiziarne l’avvio. Ce ne compiacciamo, ovviamente, anche se non comprendiamo, francamente, l’assenza di Radici al tavolo del dibattito.
3. Perugia. Perimetro delle mura etrusche.
La planimetria sintetizza la sostanziale integrità del tracciato etrusco romano e sottende la sua concreta vocazione a diventare un vero e proprio Percorso delle mura. O, meglio, Parco delle mura, data l’eccezionale ubicazione e caratura del contesto ambientale, storico e monumentale che attraversa. (Vedi scheda in progetti.)
  SIRIA
1. Maalula, Siria. Il Monastero di Santa Tecla visto dalla sommità delle omonime gole.
  Radici di pietra ha già avviato, col Governo siriano, un piano di valorizzazione di questa cittadina straordinaria che dall’alto dei suoi 1600 metri di altitudine conserva ancora testimonianze antichissime e costituisce, di fatto, l’ultima enclave dove si parla ancora l’aramaico. Radici di pietra e il Prof. Dougmann Mouaffak dell’Università di Damasco stanno valutando, per conto del Rif, insieme a esponenti autorevoli dell’UNESCO, se proporne la Candidatura e quindi l’ingresso nel Patrimonio mondiale dell’umanità. (Vedi scheda in progetti.)
2. Palmira, Siria.
  L’area archeologica vista dalla roccaforte medievale posta sulle alture prospicienti la valle. È stato avviato un tavolo governativo, al quale Radici di pietra, insieme a Studiosi del Ministero e dell’Università Damasco, è stata invitata, per occuparsi della non più rinviabile questione della Conservazione e Valorizzazione di Palmira, così come di Bosra. (Vedi scheda in progetti.) Per Palmira, il tema è la messa a punto di una metodologia convincente per salvaguardare i reperti dal contesto ambientale quanto mai critico, per la loro musealizzazione e l’eventuali azioni di anastilosi e riposizionamento, oltreché per la revisione della sistemazione dell’intera area archeologica.
3. Bosra, Siria. La straordinari a cavea del Teatro romano.
  Per Bosra, l’interesse, del tavolo sopra richiamato, converge sulla perimetrazione dell’area archeologica, la messa in sicurezza delle moltissime situazioni di criticità statica e conservativa dell’immenso e variegato patrimonio monumentale e un piano complessivo di restauro che assicuri alla cittadina siriana una Valorizzazione che non si limiti, come adesso, al Teatro. (Vedi scheda in progetti.)
4. Ugarit, Siria. La porta monumentale del II millennio a. C. e le mura ancora sotto forma di terrapieno rivestito.
  Radici di pietra non cesserà di gridare al mondo il suo appello per la salvaguardia del patrimonio immenso di Ugarit che si sta letteralmente sgretolando nell’incuria e nell’abbandono. Eppure, a nostro avviso, qui molto di ciò che siamo è nato. (In proposito vedi scheda in progetti e la lettera accorata di Radici di pietra all’allora Ambasciatore di Siria in Italia Dr. Samir El Kassir nella sottocartella Rapporti con le Istituzioni.)
5. Jable, Siria. Il Teatro romano.
  Un caso a sé è la questione del Teatro romano di Jable. Radici di pietra su sollecitazione dell’Università Tisheerin di Latakia e del Comune di Jable è stata chiamata al tavolo di concertazione per la valorizzazione dell’area del Teatro. Qui, in effetti, ci si è trovati di fronte a un problema molto più diffuso e critico. Si trattava della Conservazione, infatti, dell’intero Centro storico, il cui porto fenicio, il quartiere ellenistico e quello medievale, oltre che il Teatro, sono stati pesantemente fatti oggetto dell’aggressione indiscriminata dell’edilizia moderna. (In proposito vedi scheda in progetti e la lettera all’allora Ambasciatore di Siria in Italia Dr. Samir El Kassir, cit.)
6. Damasco, Siria. Le mura romane. Il tratto è quello prospiciente al quartiere medievale che radici di pietra ha difeso con tutte le sue forze.
  Con questa città e le sue mura romane Radici di pietra, insieme al Comune di Perugia, ha sottoscritto ben due Protocolli d’intesa. L’obiettivo è quello di trasferire in Damasco l’esperienza dei ragionamenti, delle riflessioni e delle metodologie che Perugia ha saputo condurre a proposito delle sue mura. A dimostrazione ulteriore, se fosse ancora necessario, del fatto che il metodo perugino – impostato sulla necessità di dare corso e contenuti al mancato “dialogo” tra città antica e moderna –, non solo è applicabile praticamente alla totalità delle città murate esistenti nel mondo, ma è capace di dare risposte concrete all’impellente esigenza di scambio di valori tra queste due anime della città. Le mura urbiche, insomma, viste come uno dei possibili “ponti”, attraverso cui attraversare il tempo e lo spazio alla ricerca di quella saldatura di valori identitari che, tra l’antico e il moderno, stenta quasi sempre a farsi strada. (In proposito vedi scheda e lettera, cit.)
  PORTOGALLO
1. Marvao, Portogallo.
  Radici di pietra ha qui avuto l’onore di tenera a battesimo la candidatura di questa splendida cittadina murata portoghese a Patrimonio dell’UNESCO. In tale occasione ha portato il suo contributo di riflessione sui capisaldi concettuali attraverso i quali concepire un serio programma di Valorizzazione che tenga conto dei limiti dovuti all’isolamento del luogo e alla scarsità di risorse produttive e strategiche capaci di dare impulso alla sua economia. Fattori che necessitano di un piano più allargato che, guardando più complessivamente al Paese e al contesto geografico, ambientale e storico, sappiano costituire una piattaforma di opportunità in grado d’intercettare stabilmente l’interesse collettivo, non solo quello, pur altissimo, derivante dalla cultura.
  ALBANIA
 
1. Durazzo, Albania.
  Segno tangibile di desiderio illuminato di riscatto culturale è l’impegno del Comune di Durazzo e del Ministero dei Beni culturali albanese nel promuovere il Restauro e la Valorizzazione di un monumento e di un’area archeologica ancora spendibili nel cuore di una città in fortissima espansione. Radici, incaricata della questione proprio dalle Istituzioni, conta di far leva sulla sensibilità della cultura internazionale e sulle relative risorse per garantire al progetto tutta la visibilità che merita e alla città di riconquistare ai massimi livelli la “spendibilità” culturale, sociale ed economica che il recupero dell’area e un tale virtuoso impegno prefigurano. (Vedi scheda in progetti.)
  ROMANIA
 
1. Cernica, Romania.
  Tema assai complesso almeno sotto due profili: quello tecnico, dovuto alla presenza inarrestabile dell’acqua del lago su cui è costruito il complesso; e quello filologico e metodologico che impongono una riflessione e una conseguente revisione dell’approccio restaurativo fin qui condotto. Grande è la fiducia di Radici di pietra nella possibilità di dare corso a un restauro esemplare, data la consapevolezza, la lungimiranza, e l’apertura culturale del Patriarcato rumeno, determinato a cercare di non disperdere un patrimonio di arte e di storia di primaria importanza.
* Un resoconto più dettagliato, oltre che nelle schede presenti nella sezione Progetti, è inserito nel libro “Radici di pietra. La voce di chi non ha voce – un excursus alla scoperta di luoghi simbolo in via d’estinzione”.
 
 
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